Il Governatore Oliverio: "L'acqua in questa regione rimarrà pubblica ed i Consorzi di Bonifica vanno aiutati a completare invasi ed infrastrutture che aumenteranno gli ettari irrigati"


Presente una delegazione del Consorzio Ionio Crotonese alla conferenza stampa voluta per ricordare la giornata mondiale dell’acqua con dati ed impegni precisi in favore del comparto agricolo e nell’interesse della tutela del territorio.

Anche il Presidente Oliverio è intervenuto a questo appuntamento organizzato da Coldiretti e Anbi Calabria nella “sala oro” della Cittadella Regionale, in previsione della giornata mondiale dell’acqua di domani, 22 marzo. “Ringrazio Coldiretti per aver organizzato questa iniziativa in coincidenza con la giornata mondiale dell’acqua che ci dà l’opportunità di fare una riflessione su questo importante tema.

L'utilizzo dell'acqua ha una diretta ricaduta sull'agricoltura e le coltivazioni e "la Calabria, al riguardo - ha spiegato Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Colabria- avrebbe dovuto nel corso del tempo, riuscire ad irrigare 260 mila ettari, ma questo non è stato possibile a causa del cambiamento geomorfologico della regione". Ad occuparsi del sistema irriguo sono i Consorzi di bonifica "che attraverso alcuni lavori di ammodernamento - ha sottolineato Molinaro - consentiranno al territorio, così come previsto nel nuovo piano, di avere più acqua, distribuita ai terreni anche in maniera più moderna". "E' necessario passare - ha sostenuto Marzio Blaiotta, di Anbi Calabria - da un sistema di irrigazione a pioggia ad un sistema di irrigazione a goccia, creando impianti efficienti e nuovi, senza trascurare l'ammodernamento e la manutenzione di quelli vecchi".

Dei 260 mila ettari, però, solo 114 mila sono dominati, e di questi solo 86 mila sono irrigabili e 29 mila, infine, risultano effettivamente irrigati. Secondo il professore Giancarlo Principato, dell'Università della Calabria, "dobbiamo fare i conti con la realtà e rinunciare all'obiettivo dell'intera copertura sui 360 mila ettari, cercando di concentrarci su un efficientamento della rete già dominata ed irrigabile. Bisogna inoltre spingere gli enti interessati a lavorare sugli impianti esistenti e sulle infrastrutture. Capire se le dighe già costruite e non funzionanti come Esaro Basso e Votturino e quelle da finire come Metramo e Menta possano effettivamente essere utili. Così come puntuale e consequenziale è così risultato il report del dottor Benito Scazziota, responsabile dell'area tecnica dell'Anbi Calabria.

La nostra è una regione che ha una grande ricchezza d’acqua – ha sottolineato Oliverio – quindi una grande risorsa che merita di essere al centro dell’azione di governo. In passato la Cassa del Mezzogiorno ha investito e realizzato grandi opere per consentire all’agricoltura calabrese passi in avanti e, più in generale, alla nostra regione di realizzare opere per una migliore fruibilità della risorsa idrica ad uso civile e d industriale. Negli ultimi quindici/venti anni abbiamo assistito ad un’azione sconnessa, non programmata in modo adeguato, dell’utilizzazione delle risorse finanziarie. Oggi ci si pone dinnanzi la necessità di recuperare molto non fatto. Vanno riprogrammati con il Governo i grandi invasi previsti come Esaro e Melito e tutte le dighe non utilizzate, come quelle del Metramo e del Menta, che devono essere completate. Per alcune di queste opere abbiamo trovato i lavori interrotti dal 2010/11.Subito dopo Pasqua li riprenderemo. Abbiamo ripreso il confronto col Ministero perché non bisogna rinunciare a queste opere. Certamente bisognerà rimodulare e riprogrammare gli investimenti. L’ acqua è uno dei temi centrali del Patto per la Calabria e il suo corretto utilizzo deve essere visto nell’ottica di una utilizzazione integrata e non settoriale. 

Oggi che Sorical è in liquidazione e sono in discussione le Province, va ripensata tutta la materia per recuperare i ritardi accumulati, evitare il rischio di un commissariamento e definire nuovi strumenti. La Regione Calabria vuole mantenere l’acqua a gestione totalmente pubblica. Un governo pubblico dell’acqua, tra l’altro, può dare vita a singoli affidamenti per parziali lavori. In primo luogo c’è un problema di completamento degli investimenti per i quali negli anni sono state impegnate risorse importanti ed anche il problema della programmazione di invasi che non possono essere abbandonati. Bisogna affrontare anche il problema dell’efficientamento delle reti di distribuzione. Dobbiamo mettere a punto una strategia ed una struttura che possa avvalersi di competenze ed esperienze per una governance coordinata dei diversi soggetti operanti nel settore. Dobbiamo utilizzare inoltre strumenti innovativi e sostenere le aziende in interventi di innovazione, anche al fine di un’utilizzo più razionale della risorsa rispondendo alle necessità economiche delle aziende stesse. L’utenza deve sopportare costi che non siano frutto di diseconomie. Il passaggio dal sistema irriguo a scorrimento a quello a goccia è anche nell’interesse delle aziende, che per questo devono essere supportare negli investimenti. Dobbiamo lavorare per dare la giusta attenzione alla risorsa acqua, con l’adeguata azione di governo e la collaborazione di tutti, a partire dai consorzi. Il nostro obiettivo, tra l’altro, è quello di recuperare il massimo di superficie agricola sottesa al sistema irriguo. Il gruppo di lavoro a cui stiamo dando vita deve organizzare una giornata di riflessione insieme ai soggetti chiamati a dare un contributo alla questione, per recuperare decenni di ritardi ed 87.000 ettari di superficie che darebbero linfa vitale all’economia ed all’occupazione della nostra regione. L’acqua – ha concluso il Presidente – deve ritornare ad avere la necessaria attenzione, perché è un tutt’uno con il territorio. Valorizzazione ed uso razionale dell’acqua sono indispensabili per la sistemazione idrogeologica dei nostri territori”.

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Pubblicata in data: 27/03/2016


Ultimo aggiornamento: 01/01/1970 00:00:00